martedì 15 novembre 2016

"Il lupo è tornato e non fa più paura"

Sondrio, 11 novembre 2016 - Il lupo è tornato. E non fa più paura. È questo l’assunto scaturito dal tema trattato nel convegno su «Il ritorno del lupo sulle Alpi tra immaginario e realtà» alla sala Vitali del Creval nell’ambito del 30° «Sondrio Festival». Nutrita schiera di esperti al tavolo dei relatori con Nicola Falcinella, presidente del Comitato scientifico del Sondrio Festival, a fare da trait d’union tra i vari interventi. «Un approccio naturalistico-antropologico sui predatori dell’arco alpino che genera in molti una paura sovradimensionata, alimentata negli anni da pregiudizi e da una letteratura che ha fatto leva su ancestrali timori legati ad un immaginario collettivo che ha visto nel lupo il simbolo del male», ha detto Marina Cotelli, assessore alla Cultura del Comune di Sondrio. È toccato poi al ricercatore Mattia Colombo portare la sua esperienza sulle Alpi Occidentali, soffermandosi sulle caratteristiche essenziali del lupo appenninico che si è spinto a nord seguendo una sua marcata territorialità. Un predatore che vive in branco, il lupo, ma che negli ultimi anni sta vivendo una forte dispersione spostandosi dal Piemonte al Trentino, ma anche scegliendo come luogo d’elezione la Valtellina.
«Bisogna premettere che il lupo non è stato reintrodotto nelle Alpi, ma ci è arrivato da solo dopo un lungo cammino», ha esordito Luca Pedrotti, biologo della provincia di Trento che ha parlato della ricolonizzazione del lupo nelle Alpi, raccontando l’idillio tra il lupo croato Slavc e la femmina dei monti Lessini, Giulietta, che hanno prolificato spostandosi a lungo, come «MSO1», il lupo identificato in Val Belviso e in Alta Valle. Il naturalista Zibordi dell’istituto Oicos si è soffermato sul rapporto tra l’uomo e il lupo in Trentino alla ricerca di una pacifica coesistenza tra i predatori di montagna e l’uomo. Presenti anche Giuseppe Festa, autore di «La Luna è dei lupi» e Alessandro Abba Legnazzi, regista di «Storie di uomini e di lupi» che ha parlato proprio delle difficoltà a gestire questa difficile interazione. Chiarificatore l’intervento di Elisabetta Maria Rossi, funzionaria Dg Ambiente della Regione Lombardia su come preparare la popolazione al ritorno del lupo che ha detto: «Stiamo lavorando da tempo su questo tema con gli allevatori provinciali, avviando una fitta rete di relazioni tra diversi soggetti per la prevenzione di attacchi agli armenti tramite reti elettrificate o con “cani da protezione”, strategie che per il momento non riguardano la Valtellina dove la presenza del lupo è solo sporadica».


lunedì 14 novembre 2016

Un vicentino ritrova Crazy sano e salvo

da L’Arena 13.11.2016 

Crazy è a casa, sano e salvo. Il Pastore australiano di due anni che si era perso domenica 30 ottobre sul massiccio del Carega, vicino al rifugio “Scalorbi”,  è stato recuperato ieri mattina dal vicentino Stefano Benedetti, 33 anni. Il cucciolo ha riabbracciato il suo padrone Roberto Bertassello, originario del Veronese, un po' ammaccato e con 8 chili in meno. «Sapevo che non poteva essersi allontanato molto dal luogo in cui si era perso -commenta felice Benedetti-. Di solito, i camosci tendono a portare i predatori in luoghi impervi e ipotizzavo che Crazy si fosse trovato in difficoltà poco lontano dal rifugio». E l'ipotesi si è rivelata corretta. «Anche domenica scorsa, con la pioggia e una visibilità di circa 20 metri ero sul Carega a cercare Crazy -racconta Benedetti, che prosegue la narrazione di quanto accaduto ieri-. Mi sono concentrato nelle zone vicino alla grotta dove erano stato lasciato del cibo per il cane e la sua brandina. Ho guardato in una serie di vai poco distanti da quella grotta nel comprensorio del Vajo di Pelegatta e ho avuto la fortuna di vederlo. L'ho chiamato e mi ha risposto con due abbai secchi, poi più nulla. Non potevo lasciarlo lì. Era sotto di me di circa 100 metri, ma il fondo era composto di sassi e c'era il rischio che gli rotolassero addosso a causa della mia discesa. Ci ho messo circa 40 minuti. Arrivato da lui, gli ho dato tutto quello che avevo da mangiare, mandarini compresi. Poi, mi sono accorto di non avere corda. Ho agito di impulso, legando il cordino per regolare lo zaino alla pettorina che fortunatamente aveva ancora addosso. La risalita aveva un paio di punti pericolosi, li abbiamo affrontati insieme e l'ho dovuto spronare. Quando siamo arrivati allo “Scalorbi” e l'ho visto correre verso il suo padrone, è stato un momento bellissimo». E ora le spetta la ricompensa. «Ho già detto al padrone che non voglio alcuna ricompensa, ma vorrei indietro il cordino del mio zaino», conclude sorridendo Benedetti. 


Lessinia, manomessi recinti anti-lupo e intimidazioni

da L’Arena 10.11.2016

La Regione Veneto ha presentato denuncia contro ignoti alla stazione dei carabinieri di Sant’Anna di Alfaedo per gli atti vandalici avvenuti in Lessinia contro alcune recinzioni installate nell’ambito del progetto WolfAlps, a salvaguardia delle greggi e mandrie da eventuali attacchi dei lupi . La notte scorsa gli allevatori hanno trovato manomesse e divelte le recinzioni elettrificate installate in località Roncari di Campofontana, comune di Selva di Progno e in località Campostrini, in comune di Sant'Anna di Alfaedo.

Sono stati inoltre appesi cartelli intimidatori per scoraggiare gli allevatori dall’aderire al progetto, finanziato dal programma comunitario Life-Wolfalps. “Abbiamo deciso di sporgere denuncia all’autorità locale di sicurezza – dichiara l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan – per tutelare gli allevatori, il lavoro dei nostri tecnici e l’investimento economico sostenuto da Regione e Unione europea. Ricordo che da agosto ad oggi sono stati realizzati dieci recinti, per circa 30 chilometri lineari di filo elettrificato, con la posa di 3500 paletti in fibra di vetro e 105 pali di legno: con 450 ore di lavoro e 34 mila euro di spesa sono stati messi in protezione circa 25 ettari di pascolo. Altri 5 recinzioni sono in fase di realizzazione. Il budget complessivo del progetto, che proseguirà fino al 2018, è di 560 mila euro, di cui 430 mila finanziati dall’Unione europea e 130 mila di cofinanziamento regionale. Si tratta di un investimento utile, di minimo impatto ambientale e visivo, che ha consentito sinora, nelle aree interessate, di evitare qualunque attacco predatorio da parte del branco dei lupi che stanzia sull’altopiano veronese”.

“Abbiamo inoltre chiesto alle autorità locale di sicurezza e al personale del parco reginale della Lessinia di intensificare la vigilanza – conclude Pan – perché non intendiamo consentire che atti vandalici e gesti di intimidazione abbiano a vanificare una strategia di prevenzione e contenimento del rischio che si sta dimostrando efficace, economicamente sostenibile e rispettosa dell’equilibrio dell’ecosistema e degli interessi degli allevatori”.

mercoledì 9 novembre 2016

"Tempo di Lupi" a Sondriofestival

La mostra itinerante “Tempo di lupi” fa tappa a Sondrio Festival, la mostra internazionale dei documentari sui parchi che si tiene a Sondrio dal 7 al 13 novembre 2016. Quest’anno uno dei temi della manifestazione sarà proprio il lupo: la mostra sarà visitabile dal 7 al 30 novembre 2016 presso Palazzo Pretorio Piazza Campello, 1 a Sondrio. “Tempo di lupi” è occasione per “avvicinare” il visitatore al lupo attraverso la comprensione delle diverse opinioni che l’uomo ha e ha avuto della specie.
Nell’ambito del festival l’11 novembre 2016 alle ore 9:00 si terrà presso la sala Vitali della Banca di Credito Valtellinese a Sondrio l’incontro “Il ritorno del lupo tra immaginario e realtà”, occasione per incontrare chi lavora per la conservazione e la gestione del lupo sulle Alpi e confrontarsi sul tema del ritorno di questo predatore sulle nostre montagne, tra l’immaginario legato a questa specie e la realtà legata alla conservazione, gestione e comunicazione del lupo.


RENDEZ-VOUS 2200

Un gruppo di attori e autori teatrali si sono immersi nella controversa tematica del ritorno naturale del lupo sulle Alpi, collaborando con ricercatori ed esperti del progetto LIFE WOLFALPS e dei suoi supporter per giungere all’allestimento e alla produzione di uno spettacolo che persegua gli obiettivi di informazione e comunicazione che il progetto si propone, lavorando sui binomi dialettici natura/cultura e umano/animale.

Il testo teatrale attinge tanto a testi letterari, filosofici, scientifici e divulgativi di autori italiani e stranieri, quanto a incontri in prima persona con chi vive giorno per giorno gli effetti del ritorno del lupo sulle Alpi: allevatori, cacciatori, guardaparco, agenti forestali, privati cittadini delle aree rurali.

Il risultato è uno spettacolo coinvolgente, adatto a tutti e volto alla creazione di un dibattito rispetto rapporto uomo/ambiente nella sua totalità, con particolare riferimento alla figura del lupo come animale emblematico del rapporto secolare, contrastato e ambivalente tra l’essere umano e la natura selvaggia.

Il progetto ha preso avvio da un’idea del MUSE – Museo delle Scienze di Trento , in sinergia con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara, per la realizzazione esecutiva e artistica di TrentoSpettacoli. Lo spettacolo debutta al Teatro Cuminetti di Trento venerdì 25 novembre 2016 nell’ambito della stagione teatrale del Centro Servizi Culturali Santa Chiara, per poi replicare in alcuni dei territori interessati dal ritorno naturale del lupo sulle Alpi.


L’appuntamento con il debutto è per

Venerdì 25 novembre 2016 ore 21:00

Teatro Cuminetti, Via Santa Croce 67, Trento

Ingresso gratuito. Voucher ritirabili presso la biglietteria del Teatro dal 22 novembre



giovedì 3 novembre 2016

Smarriti due pastori australiani sul massiccio del carega

Pubblicato su Facebook il 31.10.2016

Ieri mattina attorno alle 11 sul massiccio del carega si sono allontanati da me inseguendo un camoscio giù per una scarpata, nella zona appena sopra il rifugio Scalorbi. Sono due pastori australiani di 3 e 2 anni che rispondono ai nomi di Shadow (il Rosso) e Crazy (il merle); hanno entrambi una pettorina mimetica con la scritta "julius k9". Sono due giorni che li sto cercando in lungo ed in largo per tutti i versanti: sia quello vicentino, nei pressi del rifugio Cesare Battisti, sia in quello veronese, nei pressi dei rifugi Scalorbi, Fraccaroli e Passo Pertica. Ieri sera dalle 8 a alle 24 circa li hanno sentiti abbaiare ed ululare nel versante vicentino. Stamattina l'ho battuto in lungo ed in largo dal sentiero de "l'omo e la dona" fino su al sentiero alpino 114 il Pelegatta. Li sentivo abbaiare ed ululare, penso fossero bloccati in qualche punto. Scendendo nuovamente il sentiero 113 attorno a mezzogiorno una signora mi ha detto che li aveva visti nel versante veronese, ne era sicura perché le ho mostrato le foto. Sono riusciti a risalire la cresta, li ha visti in zona del rifugio Fraccaroli, stanno bene ma sono spaesati. Non ho fatto in tempo ad arrivare sul versante veronese perché è sceso il buio e la nebbia. Ho saputo ora che qualcuno sta festeggiando hallowen su al Fraccaroli; per favore se li trovate contattatemi al numero 3408031809. Domani mattina all'alba sarò di nuovo su... comunque se qualcuno li vedesse, anche nei prossimi giorni, chiami me o i ragazzi dei rifugi Pertica o Battisti. Sono socievoli con le persone ma il rosso è abbastanza diffidente con chi non conosce.



Il lupo «in agguato» in Lessinia catturato da un fotografo

da Corriere di Verona 3.11.2016

Il lupo come non l’avete mai visto. Eccolo mentre si erge sul pendio e osserva un paio di mucche a qualche metro di lontananza. Erano anni che si attendeva una foto «da vicino» del branco di Slavc e Giulietta, dopo quelle, ormai celeberrime, scattate dalla forestale nell’estate del 2014, con i cuccioli appena nati e che girovagavano tra i pascoli della Lessinia. Lo scatto è di un giovane fotografo veronese, Claudio Dusi, ed è stato pubblicato nel gruppo Facebook «Caccia fotografica in Lessinia». Con tutta probabilità si tratta di un esemplare ormai adulto di una delle prime cucciolate di Slavc e Giulietta, fotografato non lontano dall’aerale storico del branco, ossia vicino alla foresta dei Folignani. Per «beccare» l’animale in quella posa è stato necessario un lungo appostamento. Ma non è l’unico posto dove il lupo si è fatto trovare dagli obiettivi degli appassionati. Un’altra sequenza, che raffigura il predatore «colto alle spalle» è firmata da Antongiulio Salzani: le foto caso sono state scattate il 20 ottobre. Siamo sui pendii del Carega, ma a quote piuttosto basse , una prova dello spostamento a Est di alcuni esemplari del branco. Entrambi gli animali sono contraddistinti da un pelo relativamente chiaro, una prova, secondo gli esperti della loro origine «orientale».


mercoledì 2 novembre 2016

Incontro pubblico sul lupo a Mantova

La Sezione CAI di Mantova organizza la serata

“Incontro ravvicinato con il lupo”

Milena Merlo Pich, docente e naturalista, Operatrice Naturalistica del Comitato Scientifico del CAI, componente del Comitato Scientifico dell’Emilia Romagna, racconterà di alcuni
aspetti non conosciuti del Lupo Appenninico.

L’incontro si terrà

VENERDÌ 25 NOVEMBRE alle ORE 21.00

SALA ORATORIO DEL GRADARO
VIA GRADARO, 45 – MANTOVA


Il Pastore della Lessinia e Lagorai in lista d’attesa Diventerà cane di razza

È partita la trafila burocratica per il riconoscimento della razza di cane Pastore della Lessinia e Lagorai. Al raduno di Erbezzo, voluto da un gruppo di giovani guidati da Veronica Isalberti, possessori o appassionati di questi cani che si incontrano nelle malghe e nelle contrade della Lessinia, ma che non hanno avuto finora un proprio riconoscimento ufficiale, è stata una sorpresa per gli stessi organizzatori che hanno visto la partecipazione di diverse persone accompagnate dall’amico a quattro zampe, pensato come conduttore di bestiame ma che ormai è entrato anche nelle case e negli appartamenti di città.
Alessio Nisticò è vicepresidente del Club italiano Cane delle Alpi Apuane, che sta seguendo lo stesso iter di riconoscimento ufficiale del Pastore della Lessinia e Lagorai e si sta impegnando per avviare le stesse procedure per questa razza. Spiega i fondamenti biologici e storici che guidano la ricerca e l’iter per il riconoscimento: «L’Italia vanta la cultura pastorale più antica d'Europa, originatasi dalle grandi migrazioni delle popolazioni di pastori nomadi e già in epoca neolitica i cani venivano utilizzati principalmente per la guardia degli insediamenti umani e degli armenti; successivamente si selezionarono cani idonei a condurre il bestiame, mettendo a frutto il loro naturale istinto predatorio. Tra questi cani il Pastore delle Alpi può essere considerato il progenitore di tutte le razze di cani conduttori attualmente presenti; abbiamo prove della sua presenza attraverso i graffiti rupestri della Val Camonica risalenti a quasi tremila anni fa», spiega.
Ma diversamente da quanto avvenuto in altri Paesi Europei, in cui sono stati formalizzati gli standard ufficiali delle diverse razze di cani da noi non c'è stata sinora una particolare attenzione per la valorizzazione delle razze autoctone.
Attualmente è ufficialmente riconosciuto solo il Pastore bergamasco e sono stati recentemente attivati progetti finalizzati al riconoscimento del Cane di Oropa (sulle Alpi Biellesi) e del Cane delle Alpi Apuane (nel comprensorio della Liguria e dell'alta Toscana).
Anche nel Triveneto è da sempre presente lo stesso tipo di cane, in particolare nei comprensori montani della Lessinia e del Lagorai, catena montuosa che separa la Val di Fiemme dalla Valsugana e dove ha saputo raggiungere un'omogeneità di tipo significativa. È di taglia media, per essere agile e veloce a condurre greggi e mandrie, nel radunare i capi dispersi, ha un buon istinto predatorio, ma non eccessivo, per non far danni con i propri morsi ai capi domestici.
«Si tratta di un cane mesomorfo, che ha cioè struttura regolare, né tozza né slanciata, di taglia media e aspetto tipicamente lupoide, con il mantello prevalentemente di colore merle», aggiunge Nisticò. Il merle è un gene che determina, tra le tante cose, una combinazione di colori nel manto dei cani, con macchie bianche su fondo grigio o blu e occhi nocciola o azzurri a volte anche uno diverso dall’altro.
È un animale eccellente da lavoro, capace di condurre ovini e bovini, con un temperamento vivace che lo rende anche un ottimo cane da compagnia per chi ama le escursioni e le attività sportive. «Potremmo considerarlo il Border Collie italiano, se non fosse in realtà che l’origine del Pastore della Lessinia è molto più antica», precisa Nisticò.
In occasione del primo raduno del Pastore della Lessinia e del Lagorai si sono gettate le basi del progetto di riconoscimento, attraverso la raccolta di adesioni all'associazione senza fini di lucro che si fa promotrice dell'istanza all'Ente nazionale della cinofilia italiana (Enci) per il riconoscimento come razza.
I prossimi passi del progetto prevedono il censimento della popolazione canina di riferimento, i rilievi cinometrici (le misurazioni di un certo numero di animali che definiranno i parametri medi) e le ricerche di materiale storico che documentino le caratteristiche distintive della razza dal punto di vista morfologico e attitudinale.
La futura razza ha già una sua pagina Facebook di riferimento (Il pastore della Lessinia e Lagorai) a cui possono rivolgersi gli interessati e gli appassionati.